Compagnia Scimmie Nude

BEATRICE

di Gaddo Bagnoli

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tratto da le opere 
”I Cenci” di Antonin Artaud e ”I Cenci” di Percy Bysshe Shelley
Rielaborazione drammaturgica e regia Gaddo Bagnoli
Con Claudia Franceschetti
Musiche originali Sebastiano Bon
Disegno luci Massimo Mennuni
Costumi Francesca Biffi
Sound design Antonio Mainenti
Complementi scenografici Bìu Lab
Service Ca.Os. Group SRL

 

Ufficio stampa Antonietta Magli
Comunicazione Beatrice Moretti
Foto di scena e grafica Marzia Rizzo
Realizzazione video Alberto Sansone

 

Consulenza strategica Profili (Andrea Maulini e Chiara Di Meo)
Segreteria organizzativa Carlotta Dello Spedale Venti
Distribuzione Elena Griffo 
Area legale e privacy: Avv. Daniele Pireddu
Produzione Scimmie Nude (2024)

Milano, al Teatro della Contraddizione, da giovedì 21 a domenica 24 novembre!
Info e prenotazioni: 025462155 – prenotazioni@teatrodellacontraddizione.it

 

Lo spettacolo contiene un linguaggio talvolta esplicito.

Per questo motivo, e anche per la crudezza dei temi trattati, se ne consiglia la visione a un pubblico di almeno 16 anni di età.

Alcuni momenti musicali presentano un volume molto alto. 

Per tale ragione, la visione è sconsigliata a coloro che soffrono di iperacusia, ipersensibilità uditiva, o altre patologie collegate all’apparato uditivo.

L’Associazione Culturale Scimmie Nude Teatro d’Indagine sull’Uomo non risponde di eventuali danni causati agli spettatori se gli stessi, consapevolmente, hanno accettato di partecipare alla visione nonostante il presente avviso.

In almeno una sera di spettacolo verranno effettuate riprese video.

Diretta da Gaddo Bagnoli, Claudia Franceschetti porta in scena il personaggio di Beatrice Cenci, mito storico dell’ingiustizia e della prevaricazione perpetrata dal potere maschile contro la famiglia ed in particolare contro le donne all’interno della famiglia.

Lo spettacolo nasce da una ricerca drammaturgica che s’ispira principalmente all’opera “I Cenci” di Artaud ed ai suoi scritti poetici, nonché all’opera “I Cenci” di Percy Bysshe Shelley.

Uno spettacolo potente e coinvolgente che sperimenta una comunicazione diretta con il pubblico, il quale sedendo all’interno dello spettacolo assisterà, fisicamente immerso nell’azione scenica, al rapporto tra la protagonista e suo padre.

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NOTE DI REGIA

La vicenda di Beatrice Cenci che venne giustiziata insieme alla mamma adottiva Lucrezia ed al Fratello Giacomo nel 1599 da papa Clemente VIII per l’uccisione del padre Francesco Cenci, rimane nella storia e nella coscienza collettiva di allora e di oggi come un’ingiustizia sociale delle più eclatanti. Tuttavia questa storia oltre a portare alla nostra attenzione l’ennesimo sopruso maschilista e reazionario perpetrato in questo caso addirittura dalla Chiesa, nasconde in sé un altro nodo drammatico per noi più interessante della valenza di denuncia sociale. Infatti Beatrice stessa reagisce agli anni di violenze e soprusi subiti con l’unica modalità che potesse permettere a lei ed ai suoi familiari di sfuggire alle torture ed alle vessazioni del padre: l’omicidio. Questa azione porterà Beatrice ad identificarsi con il padre. Tale identificazione si concretizza ovviamente nell’atto delittuoso che sembra imitare il carattere violento del padre, ma che ingenera nella protagonista anche un senso di colpa ‘genetico’ in quanto figlia di Francesco Cenci.

La nostra ricerca, tesa sempre ad indagare gli elementi fondanti dell’essere umano, ci ha spinto ad analizzare gli accadimenti legati a questa figura di eroina dal punto di vista del rapporto vittima e carnefice. Beatrice vittima del padre diventa lei stessa carnefice del genitore per reazione alle sue violenze che finiscono per trasformarla appunto proprio in quello che lei combatte e subisce.

La riflessione cui ci conduce questa vicenda riguarda tutti gli esseri umani che spesso quando rivestono il ruolo di vittima finiscono, come ammette la stessa Beatrice nel testo, con il trasformarsi in ciò che combattono, si tratta di tutte quelle vittime che in un modo o nell’altro finiscono per riprodurre le azioni ed i comportamenti che hanno subito dai loro carnefici.

Tutti gli esseri umani, com’è stato dimostrato da innumerevoli esperimenti sociali, finiscono per assumere uno di questi due ruoli in molte relazioni umane, ma ancora più interessante risulta la posizione di Beatrice rispetto a sé stessa che sente di vivere entrambe le due posizioni. Beatrice siede contemporaneamente sulla sedia dell’imputata e della vittima, obbligata a vivere entrambi i ruoli: vittima colpevole dell’omicidio del padre ed imputata innocente perché assassina di chi voleva distruggerla.

Questo percorso di lavoro ha fatto maturare in noi la percezione di essere nella nostra esistenza vittime e carnefici degli altri e di noi stessi, una condizione di continua vana lotta che ci impedisce spesso di vivere, quel male-essere che fin dall’inizio della vicenda di Beatrice ce la mostra in attesa continua di una ‘liberazione’ tanto agognata che potrà trovare solo alla fine della vita terrena

Gaddo Bagnoli