Alcune riflessioni di Francesco Mattana su Pauraedesiderio, visto il 7 maggio 2016 al Teatro della Contraddizione di Milano:

“PAURAEDESIDERIO (Teatro della Contraddizione, fino a stasera):

Io lo dico da sempre, e da sempre lo ribadisco con piacere: questa è gente che ha il coraggio di mettere a nudo le nostre anime, di esporle in pubblico senza veli e senza bollini censori. Il teatro per loro non è mai stato il luogo deputato alla finzione, bensì la cornice più ideale per smascherare le falsità che contraddistinguono il quotidiano di ciascuno di noi.

Un po’ per celia e un po’ per non morire, la Compagnia “Scimmie Nude” da oltre dieci anni si è presa la briga di schiaffarci addosso la verità dei nostri istinti, anche i più irriferibili. Perché c’è un magma pronto a esplodere dietro il vulcano spento dettatoci dal Super-io, c’è un abito sdrucito dietro il vestito ben cucito che indossiamo ogni mattina, c’è un battito animale che scandisce il ritmo autentico delle nostre vite. Siamo esseri viventi pieni di contraddizioni, e appunto al Teatro della Contraddizione c’è tempo, fino a stasera, per osservare rapiti le compatibili incompatibilità tra paura e desiderio. Questo spettacolo è un flusso di libertà della durata di un’ora e rotti, una riflessione antropologica che è l’antitesi della riflessione – e del resto non è nemmeno antropologica, perché più che l’àntropon è lo zòon a scorrere davanti ai nostri occhi tutto il tempo.

La trama? Ogni spettatore può ricostruirla coi parametri della propria fantasia. C’è una donna che prima è sottomessa e poi prevale, due bruti che passano dalla posizione di dominio alla nudità delle domande senza risposta. C’è il rapporto di coppia, che in un batter di ciglia si trasforma in legame genitori-figli. Siamo insomma lontani anni luce dalla scienza dei lumi, e viceversa a un tiro di schioppo dal “Chien andalou” di Buñuel e Dalí. Siamo dalle parti del surrealismo, e badate bene però che c’è del metodo in tutta questa follia.
Gaddo Bagnoli è un jazzista vero, ama l’improvvisazione ma a patto che sia disciplinata. Claudia Franceschetti, Andrea Magnelli e Marco Olivieri hanno il diritto, anzi il dovere di straripare, l’importante è che loro stessi si facciano da diga. Ed esperti come sono, potete star certi che la diga non cede.

Saper gestire le contraddizioni è un esercizio sottile che riesce solo alle persone sottili. Questa è gente che cammina nel sottilissimo filo tra razionalità e follia, e riesce a tenersi in equilibrio perché ha i piedi ben piantati a terra. Appesi in aria e coi piedi per terra, ecco un’altra contraddizione. Gestita con la consueta maestria.”

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