Dal 9 al 24 aprile. Le tre scimmie sagge, come è noto, non vedono il male, non sentono il male, non parlano del male. Le Scimmie nude, invece, si comportano in maniera differente: non chiudono gli occhi, né la bocca né le orecchie di fronte agli elementi più controversi che si annidano nell’Io e nel mondo che lo circonda.

Da oltre dieci anni portano avanti un discorso di grande serietà e complessità; si ispirano ad Artaud ma hanno i piedi ben piantati per terra, quindi sanno che il modello originale è ineguagliabile.

Artisti, ma prima di tutto artigiani, nel senso più nobile e più alto del termine. Sinceri, ma non nel senso della sincerità di Arisa: qui si tratta di onestà intellettuale con la quale affrontare i nodi più impellenti – e mai risolti – dell’esistenza di ciascuno di noi. Il resto del mondo, nella sua quasi totalità, preferisce accantonare le questioni più spinose sostituendole con dei banali divertissement; le Scimmie no: si divertono – e tanto – ma senza ricorrere all’espediente più banale del divertissement.

Meglio la complessità, questo è il loro motto. Più che un motto, uno stile di vita.

 

Produzione Scimmie Nude 2014 presenta DANZA ALLA ROVESCIA uno spettacolo di Gaddo Bagnoli con Claudia Franceschetti musiche originali Sebastiano Bon e Francesco Canavese costumi Ilaria Parente realizzazione scenografica Andrea Cavarra foto Margherita Busacca

Una premessa bella lunga ma niente affatto inutile: tutto ciò che gli spettatori hanno avuto la fortuna di vedere al Teatro della Contraddizione, dal 9 al 24 aprile, è coerente con quanto abbiamo scritto finora. Danza alla rovescia più che uno spettacolo è un’esperienza che coinvolge i sensi; li coinvolge e li stravolge in un corpo a corpo – macabro e vitale, tragico e ironico – tra palco e platea. L’attrice che si carica sulle spalle questa bella responsabilità è Claudia Franceschetti. Se non avessi intuito, chiacchierando con lei dopo lo spettacolo, una natura abbastanza schiva e riservata, scriverei che è una vera forza della natura. Ops, l’ho appena scritto! Vabbè, tanto era il segreto di Pulcinella: basta vederla muoversi e contorcersi in scena e immediatamente ci si fa un’idea molto positiva sul suo conto. Merito sicuramente di Gaddo Bagnoli, regista con una lunga e prolifica esperienza alle spalle, ma senza un’interprete di consumato talento come Claudia ogni sforzo di Gaddo sarebbe risultato vano.

Prima domanda che ci si potrebbe porre: il personaggio in cui Claudia si immedesima è folle? Che razza di domanda ingenua! Chi se la pone non ha capito niente del progetto artistico di Scimmie nude, niente del pensiero di Artaud e nemmeno di William James, filosofo a cui la Compagnia si ispira e che esprimeva un pensiero molto affascinante: ogni sensazione che proviamo corrisponde a un fascio infinito e ramificato di sensazioni. Un labirinto senza fine, questo nostro animo; un paesaggio che vale la pena di raccontare, sapendo già in partenza che fornirà continuamente nuovi spunti, quindi lo si potrà raccontare all’infinito.

Allora che senso ha, di fronte a questo affresco variopinto e multipolare che è l’Io, porsi domande definitive su follia e normalità? Il confine è labile, labilissimo. E di sicuro non spetta agli artisti, – tantomeno a chi sta comodo in platea – suggerire risposte definitive al riguardo. Il dubbio (possibilmente non metodico) è la maniera migliore (forse) per affrontare il teatro come la vita.

Andrea Magnelli accoglie il sottoscritto all’ingresso con un bel camice bianco, sottoponendomi a una semplice prova fisica: da questa prova emerge una scarsa coordinazione del corpo. Chi è il colpevole di questa scarsa elasticità motoria, che riguarda me e milioni di altre persone? È il pensiero. La mente, che in Occidente abbiamo troppo sopravvalutato, ha sconfinato e invece andrebbe riportata nei ranghi che le spettano. Nel caso dovessi dimenticare il concetto, Andrea mi ha lasciato anche un utile promemoria con scritto “Il pensiero uccide il corpo”. Come diceva Massimo Troisi in Non ci resta che piangere, “mo’ me lo segno”.

La scenografia e i costumi privilegiano in assoluto il bianco: bianco che contrasta con le sfumature dell’animo della protagonista. Un bel contrasto. Una bella Contraddizione, appunto.

Capita ogni tanto di prendere parte a spettacoli che arricchiscono. Per trarne questo beneficio da spettatori bisogna però prima svuotarsi, presentarsi nudi all’appuntamento. Nudi come vermi. Nudi come scimmie.