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La fisica rivoluzione di Scimmie Nude Â
09.01.2010Â Tre “innocenti” e istintivi corpi in scena senza una precisa trama, costretti ad interagire tra loro su un dolce praticello verde con tanto di collinetta su sfondo azzurro, una geniale e caleidoscopica scenografia che riprende il celeberrimo sfondo Bliss della Windows.
Senza aridi intellettualismi e seriose indagini, la Compagnia Scimmie Nude ha messo in scena in prima assoluta il surreale spettacolo Macchine, al Teatro della Contraddizione fino al 17 gennaio, riuscendo a confezionare una genuina e acuta “sinfonietta per corpi e voci”, affidata all’ironica e intensa mimica di Claudia Franceschetti, Andrea Magnelli e Marco Olivieri, tutti formati alla scuola di “Quelli di Grock”.
I tre personaggi, per circa un’ora, reagiscono agli stimoli esterni, svelando e schernendo quelle assurde meccaniche relazionali, così radicate nella societĂ moderna, che rendono gli uomini delle “macchine”.
A dirigerli è il fiorentino Gaddo Bagnoli capace di mescolare in un trasparente poliedro di plastica, unico oggetto in scena, dinamiche comportamentali e stereotipate, rifondando un linguaggio fisico che stupisce e affascina per la sua immediatezza e ilare astrazione, utilizzando con luciditĂ non comune e invidiabile controllo dei numerosi registi teatrali, dal comico, con gag esilaranti, utilizzando il repertorio di suoni da vecchio flipper, al tragico, con una parodistica eroina disperata, dal macchiettistico, con i vecchietti isolani, alle citazioni dell’Esorcista e le litanie scioglilingua.
Prima di poter prendersi gioco delle tecniche teatrali bisogna padroneggiarle alla perfezione.
E la Compagnia Scimmie Nude, con all’attivo il curioso spettacolo “Pauraedesiderio”, (presentato nella scorsa Stagione Sperimentale Europea del Teatro della Contraddizione e al Napoli Teatro Festival) è un ottimo esempio di come la periferia milanese – l’associazione nata nel 2003 ha sede a Pero dall’incontro artistico ed umano tra giovani attori professionisti, il regista teatrale Gaddo Bagnoli e l’organizzatrice Francesca Audisio – possa produrre prodotti teatrali di indubbio valore, in grado di competere all’estero, lavorando con umiltĂ e professionalitĂ .
“Obiettivo comune – si legge nella presentazione del gruppo – è la sperimentazione di nuove tecniche teatrali che spaziano dallo studio della biomeccanica classica alla segmentazione del gesto e della parola, fino ad arrivare alla piĂą recente svolta che ha portato la compagnia ad uno studio piĂą approfondito sulla PhonĂ©. Il nostro vuole dunque essere un Teatro d’Indagine sull’uomo, che miri allo studio di noi stessi”.
Alla base del lavoro del gruppo dunque c’è la “creazione di un nuovo modo di intendere l’azione scenica. Un’azione crudele, contro la coerenza del discorso naturalistico”.
Ma non si tratta di inventare un nuovo linguaggio nè di primitivizzare quello attuale, ma di demandare al corpo quello che si vorrebbe dire con le parole: rifondare fisicamente la società .
Lo spettacolo, naturalmente, non è privo di ingenuitĂ registiche che ne ritardano l’azione o appesantiscono il testo: alcune parti sono prolungate oltremodo e i cambi di registro non sempre sono efficaci. Impossibile non intravedere però, al di lĂ delle necessarie smussature, l’indubbio talento, privo di dietrologie, di un gruppo che in breve tempo svetterĂ nella scena europea contemporanea.